Microbiota e rischio cardiovascolare, ruolo degli SCFA
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Microbiota e rischio cardiovascolare, ruolo degli SCFA

Il microbiota intestinale è un modulatore del rischio cardiovascolare. La disbiosi può generare o alimentare uno stato infiammatorio cronico di basso grado che favorisce la formazione delle placche arteriosclerotiche. Sappiamo che i pazienti affetti da aterosclerosi presentano alterazioni nella composizione del microbiota, ma non ci sono studi che valutano la relazione causa-effetto tra disbiosi e patologia nell’uomo. Tra le molecole più studiate ci sono gli acidi grassi a catena corta (SCFA) prodotti da alcuni batteri intestinali a partire dalla fermentazione anaerobica delle fibre. Nel modello animale bassi livelli di SCFA o di batteri che li producono correlano con la rigidità delle arterie, l’ipertensione arteriosa e il danno d’organo ad essa correlato. Somministrare SCFA o colonizzare l’intestino di topi germ-free con batteri che li producono produttori riduce la dimensione delle placche arteriosclerotiche e il grado di infiammazione. Quindi curare la salute del microbiota intestinale riduce il rischio cardiovascolare? E’ presto per affermarlo con certezza, ma si tratta di un campo di ricerca promettente e di un motivo in più per curare alimentazione e stile di vita e per individuare e trattare la disbiosi.

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Dieta vegetale e salute
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Dieta vegetale e salute

Vegano è sempre sinonimo di sano? No, non sempre, ma può facilmente esserlo! Se vogliamo che l’alimentazione vegetale ci aiuti a prevenire e facilitare la cura delle patologie cardiovascolari occorre che sia basata su un'ampia varietà di verdura e frutta, cereali (meglio se in forma meno raffinata possibile), legumi e altre fonti proteiche a basso contenuto di grassi saturi, semi oleaginosi e frutta secca e che sia ridotto al minimo il consumo di cibi ultraprocessati, zuccheri aggiunti e sale. Il post esamina i vantaggi della dieta vegetale e invita a coltivare consapevolezza e ascolto per compiere scelte vantaggiose per la salute, ma anche più rispettose nei confronti degli animali, più responsabili per l’ambiente e per i lavoratori coinvolti nelle catene di produzione.

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