Dieta vegetale e salute
Ci si può avvicinare alla scelta plant-based per motivi etici, ambientali e/o legati alla salute. Può capitare che le motivazioni, magari in tempi diversi, arrivino a convergere e ci si chieda: vegano è sempre sinonimo di sano?
Questo post nasce dalla volontà di aiutare a fare chiarezza in un mondo in cui è sempre più difficile orientarsi.
Parto da una premessa importante: le raccomandazioni delle principali società scientifiche internazionali concordano sulle caratteristiche che un pattern alimentare deve avere per poter essere definito sano. L’alimentazione sana è basata sul consumo quotidiano di un'ampia varietà di verdura e frutta, cereali (meglio se in forma meno raffinata possibile), legumi e altre fonti proteiche a basso contenuto di grassi saturi, semi oleaginosi e frutta secca. Fondamentale è che sia ridotto al minimo il consumo di cibi ultraprocessati, zuccheri aggiunti e sale, precisazione doverosa vista l’espansione dell’offerta plant-based da parte della grande distribuzione e dell’industria alimentare. Queste dovrebbero essere le basi di ogni tipologia di alimentazione, qualunque sia l’etichetta con cui si sceglie di definirla (onnivora, vegetariana, vegana, flexitariana..)
Una dieta vegetale ben bilanciata offre un duplice vantaggio che deriva sia dagli alimenti che include che da quelli che esclude, sostituendoli con alimenti dal profilo nutrizionale più favorevole.
I vegetali, infatti, apportano all’organismo fibre, micronutrienti e fitocomposti che contribuiscono al controllo dei principali fattori di rischio cardiovascolare, cioè ipertensione arteriosa, diabete, ipercolesterolemia e obesità. Oggi sappiamo che l’aterosclerosi è una malattia infiammatoria delle arterie. L’alimentazione vegetale riduce il grado di infiammazione dell’organismo e potenzia i sistemi antiossidanti che proteggono le arterie dall’azione dannosa dei radicali liberi. Fondamentale è anche il ruolo degli alimenti di origine vegetale nel mantenimento dell’eubiosi, cioè dell’equilibrio del microbiota intestinale in termini di composizione e funzione.
Al contrario dei cibi di origine animale, i cibi vegetali sono naturalmente poveri di grassi saturi e sono fonte di acidi grassi mono e poli-insaturi, protettivi (nella giusta quantità) nei confronti delle patologie cardiovascolari. Altri vantaggi derivano dall’esclusione di cibi contenenti nitriti e nitrati, sostanze dannose e cancerogene utilizzate nella processazione e conservazione delle carni, oltre che dalla riduzione dell’apporto di AGE. Gli Advanced Glycation End-products, prodotti di glicazione avanzata, si formano da una reazione chimica che vede reagire gli zuccheri con proteine e grassi quando il cibo che li contiene viene esposto ad alte temperature, come nel caso di cotture sulla griglia o rosolatura. Sembra che un loro aumento favorisca l’insorgenza di malattie croniche tra cui le patologie cardiovascolari.
Non esistono cibi miracolosi, né errori o sgarri imperdonabili! Ciò che conta sono le scelte quotidiane inserite in un preciso contesto e stile di vita, non il singolo alimento! Mangiare in modo sano è importante, ma è altrettanto importante che lo stile di vita nel suo complesso sia sano: attività fisica, gestione dello stress, contesto socio-ambientale, qualità del sonno e astensione da comportamenti dannosi come il fumo hanno un ruolo altrettanto rilevante.
Tengo molto ad utilizzare questa pagina per invitarvi a riflettere su quelle che a mio avviso sono due parole chiave fondamentali anche nell’ambito delle scelte dietetiche: consapevolezza e ascolto. La consapevolezza che ci porta a informarci, imparare a leggere con attenzione un’etichetta senza lasciarci catturare da claim infondati o pubblicità non trasparenti è stata per molte persone la spinta a modificare le proprie abitudini. L’augurio è che questa stessa consapevolezza possa estendersi alle conseguenze ambientali, etiche e sociali di ciò che mettiamo nel piatto e che possa portare a compiere scelte più rispettose nei confronti degli animali, più responsabili per l’ambiente e per i lavoratori coinvolti nelle catene di produzione. Un’ultima riflessione è dedicata all’ascolto del corpo, dei suoi bisogni, della sua energia, del modo in cui reagisce agli input che riceve. Ci siamo gradualmente disabituati ad ascoltare il corpo e la sua innata saggezza, ma trovo che coltivare questa capacità possa aprire la via a un percorso per conoscere meglio se stessi e individuare ciò che ci fa stare bene.
In conclusione vegano non è sempre sinonimo di sano, ma può facilmente esserlo! Se vogliamo che l’alimentazione vegetale ci aiuti a prevenire le malattie cardiovascolari e ne favorisca la cura occorre scegliere bene. Farlo è sempre più facile, se necessario affidandosi a professionisti che possano guidare alla costruzione di un pattern alimentare bilanciato e adatto ai bisogni individuali. Ci si potrebbe fermare qui, ma credo che scegliere consapevolmente il nutrimento per il nostro organismo non sia solo un modo molto potente di prendersi cura di noi e delle persone a noi care, ma anche uno strumento con cui comunicare da consumatori e cittadini una posizione nei confronti del benessere delle forme di vita “non umana”, del cambiamento climatico, dell’impoverimento del suolo, del consumo delle risorse, degli aspetti sociali delle filiere produttive e di molti altri problemi che esulano dalle mie competenze e da questa pagina, ma che ci vedono coinvolti in prima persona, anche quando non ce ne rendiamo conto.
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